POLITICAPP | 19 giugno 2018
Gli italiani di fronte all'immigrazione
L’immigrazione ridisegna identità e credo politici
Il viaggio dell'Aquarius è terminato e l’attracco al porto di Valencia è avvenuto. Anche gli aspri toni europei registrati negli scorsi giorni si sono placati.
L’opinione pubblica italiana, intanto, ha avuto modo di farsi un’idea sulla situazione e sulle scelte effettuate dal neo Ministro dell’Interno.
Lo stop allo sbarco degli oltre seicento naufraghi della nave Aquarius è condiviso dal 63% degli italiani. Schierati sulla linea di Matteo Salvini sono gli elettori di Forza Italia (82%), Lega (94%) e Cinquestelle (78%), ma anche un quarto dei supporter del Partito Democratico.
Il tema dell’immigrazione ridisegna gli schieramenti politici e le identità partitiche degli italiani. Il no all’attracco della nave della Ong Sos Mediterranée rientra all’interno di una più globale opposizione nei confronti dei continui arrivi di migranti provenienti dal Sud del mondo.
Il 64% degli italiani è favorevole a un blocco navale delle nostre coste. Ne sono convinti gli elettori di Lega (93%), Forza Italia (86%) e, con qualche dubbio in più, quelli dei Pentastellati (75%).
L’ipotesi del blocco navale miete consensi anche tra le persone che non si collocano in alcun schieramento politico (61%) e tra gli elettori del Partito Democratico (33%).
Non solo. Buona parte dell’opinione pubblica ritiene che, se non si riesce a fermare i migranti prima dell’arrivo sulle nostre coste, si debba realizzare un sistema di rimpatrio immediato nei paesi di provenienza.
L’ipotesi di accogliere i naufraghi e di smistare le persone negli altri paesi europei, convince solo poco più di un terzo dell’opinione pubblica (36%).
Il quadro complessivo è abbastanza eloquente. In questi anni la relazione tra italiani e immigrati ha subito una netta inversione di tendenza. Nel 2003 la maggioranza degli italiani (64%) riteneva i migranti una risorsa per l’Italia, persone che avrebbero potuto apportare energie fresche sia dal punto di vista demografico sia da quello della forza lavoro.
Prima gli italiani un driver che miete consensi
Oggi il quadro è nettamente cambiato.
La curva del consenso verso il ruolo positivo e produttivo dei flussi migratori è stata da allora in costante calo. Nel 2013 la quota di italiani che ritenevano gli immigrati una risorsa era scesa al 50%.
Da quel momento l’avversione ai migranti ha subito una netta accelerazione: l’anno scorso la quota che giudicava i migranti una risorsa per il nostro Paese è calato al 35%. Quest’anno è crollata al 28%.
In crescita, invece, la relazione tra immigrazione e insicurezza. Il 50% degli italiani ritiene che i flussi migratori alimentino la criminalità e l’insicurezza delle nostre città e dei piccoli centri (un dato in crescita del 6% rispetto al 2106).
Le paure e i fastidi generati dai flussi migratori, purtuttavia, assumono contorni differenti nelle diverse classi sociali. Tra i soggetti poveri e disagiati, il problema dell’insicurezza è molto meno avvertito (25%, rispetto al 50% della media nazionale), mentre è molto forte la preoccupazione che i migranti riducano le opportunità di lavoro per gli italiani (nove punti sopra la media nazionale).
Tra le classi maggiormente agiate, invece, l’attenzione ricade sui benefici in termini di forza lavoro che l’arrivo dei migranti offre (23%), oltre a puntare il dito sull’insicurezza (47%).
Ad avvertire maggiormente la relazione tra immigrazione e insicurezza sono i residenti del Nord, quelli che vivono nelle città più grandi (quelle oltre i centomila abitanti) e gli abitanti dei piccoli centri più piccoli (al di sotto dei 5000 abitanti). Il tema dei migranti è uno dei grimaldelli che stanno mutando la geografia politica del nostro Paese.
Il famigerato “prima gli italiani” sta rafforzando la propria capacità di presa sui diversi elettorati, ampliando gli effetti nell’area di centrodestra (con il prosciugamento da parte della Lega del blocco elettorale berlusconiano) e insidiando le basi elettorali di M5S e PD.
Il viaggio dell'Aquarius è terminato e l’attracco al porto di Valencia è avvenuto. Anche gli aspri toni europei registrati negli scorsi giorni si sono placati.
L’opinione pubblica italiana, intanto, ha avuto modo di farsi un’idea sulla situazione e sulle scelte effettuate dal neo Ministro dell’Interno.
Lo stop allo sbarco degli oltre seicento naufraghi della nave Aquarius è condiviso dal 63% degli italiani. Schierati sulla linea di Matteo Salvini sono gli elettori di Forza Italia (82%), Lega (94%) e Cinquestelle (78%), ma anche un quarto dei supporter del Partito Democratico.
Il tema dell’immigrazione ridisegna gli schieramenti politici e le identità partitiche degli italiani. Il no all’attracco della nave della Ong Sos Mediterranée rientra all’interno di una più globale opposizione nei confronti dei continui arrivi di migranti provenienti dal Sud del mondo.
Il 64% degli italiani è favorevole a un blocco navale delle nostre coste. Ne sono convinti gli elettori di Lega (93%), Forza Italia (86%) e, con qualche dubbio in più, quelli dei Pentastellati (75%).
L’ipotesi del blocco navale miete consensi anche tra le persone che non si collocano in alcun schieramento politico (61%) e tra gli elettori del Partito Democratico (33%).
Non solo. Buona parte dell’opinione pubblica ritiene che, se non si riesce a fermare i migranti prima dell’arrivo sulle nostre coste, si debba realizzare un sistema di rimpatrio immediato nei paesi di provenienza.
L’ipotesi di accogliere i naufraghi e di smistare le persone negli altri paesi europei, convince solo poco più di un terzo dell’opinione pubblica (36%).
Il quadro complessivo è abbastanza eloquente. In questi anni la relazione tra italiani e immigrati ha subito una netta inversione di tendenza. Nel 2003 la maggioranza degli italiani (64%) riteneva i migranti una risorsa per l’Italia, persone che avrebbero potuto apportare energie fresche sia dal punto di vista demografico sia da quello della forza lavoro.
Prima gli italiani un driver che miete consensi
Oggi il quadro è nettamente cambiato.
La curva del consenso verso il ruolo positivo e produttivo dei flussi migratori è stata da allora in costante calo. Nel 2013 la quota di italiani che ritenevano gli immigrati una risorsa era scesa al 50%.
Da quel momento l’avversione ai migranti ha subito una netta accelerazione: l’anno scorso la quota che giudicava i migranti una risorsa per il nostro Paese è calato al 35%. Quest’anno è crollata al 28%.
In crescita, invece, la relazione tra immigrazione e insicurezza. Il 50% degli italiani ritiene che i flussi migratori alimentino la criminalità e l’insicurezza delle nostre città e dei piccoli centri (un dato in crescita del 6% rispetto al 2106).
Le paure e i fastidi generati dai flussi migratori, purtuttavia, assumono contorni differenti nelle diverse classi sociali. Tra i soggetti poveri e disagiati, il problema dell’insicurezza è molto meno avvertito (25%, rispetto al 50% della media nazionale), mentre è molto forte la preoccupazione che i migranti riducano le opportunità di lavoro per gli italiani (nove punti sopra la media nazionale).
Tra le classi maggiormente agiate, invece, l’attenzione ricade sui benefici in termini di forza lavoro che l’arrivo dei migranti offre (23%), oltre a puntare il dito sull’insicurezza (47%).
Ad avvertire maggiormente la relazione tra immigrazione e insicurezza sono i residenti del Nord, quelli che vivono nelle città più grandi (quelle oltre i centomila abitanti) e gli abitanti dei piccoli centri più piccoli (al di sotto dei 5000 abitanti). Il tema dei migranti è uno dei grimaldelli che stanno mutando la geografia politica del nostro Paese.
Il famigerato “prima gli italiani” sta rafforzando la propria capacità di presa sui diversi elettorati, ampliando gli effetti nell’area di centrodestra (con il prosciugamento da parte della Lega del blocco elettorale berlusconiano) e insidiando le basi elettorali di M5S e PD.